A noi della FIL sono sempre piaciuti un sacco i Giochi Olimpici. Sia perché per qualche settimana si parlerà anche di altri sport e non solo di calcio. Sia perché, diciamocela tutta, a perdere nei restanti 27 sport considerati olimpici e che non sono il calcio siamo proprio bravi.
Ora, la cosa che più piace a noi della FIL durante le Olimpiadi è osservare il medagliere e cioè la classifica per paesi in base alle medaglie vinte. Si iniziano a contare gli ori, poi gli argenti ed infine i bronzi. Chi dice medagliere dice USA e Cina negli ultimi decenni ed URSS e USA fino agli anni 90.
La matematica è molto semplice: questi grandi paesi hanno un bacino di persone da cui attingere a talenti sportivi da far invidia alla nostra piccola Italia. Ovviamente la sola popolazione non basta, altrimenti l’India farebbe man bassa di medaglie, ma purtroppo non è così.
Nell’equazione bisogna considerare un altro importantissimo fattore, ovvero il vil denaro.
I soldi, o meglio gli investimenti in strutture sportive e relativi sport minori (che leverebbero anche tanti ragazzini dalla generica ma sempre in voga “strada”), hanno permesso ad una nazione come il Regno Unito1 (68 milioni di persone) di arrivare seconda nel medagliere, battendo di misura la Cina (popolazione 1 miliardo e 400 milioni). Si avete letto bene: il Regno Unito è riuscito nell’impresa di arrivare seconda nel medagliere di Rio 2016 e terza, dopo USA e Cina a quello di Londra 2012.
È chiaro quindi che o i britannici hanno preso a doparsi tutti insieme con la complicità del CIO e di Bill Gates (un complotto senza Bill Gates di mezzo non è un complotto vero) oppure c’è stato un chiaro e lungimirante investimento nello sport che è iniziato all’inizio del XXI secolo e che sta evidentemente dando i frutti. Basti pensare che ad Atene 2004, quindi meno di 20 anni fa il Regno Unito si piazzava dietro all’Italia nel medagliere.
E l’Italia in tutto ciò? L’Italia invece (popolazione di 59 milioni di persone e quindi abbastanza comparabile a quella del Regno Unito), sebbene sempre nella top 10 del medagliere, ha visto un declino delle medaglie ottenute negli ultimi 20-30 anni. 34 medaglie (di cui 13 ori) a Sydney 2000, 32 medaglie (di cui 10 ori) ad Atene 2004, 28 medaglie (di cui 8 ori) a Pechino 2008, Londra e Rio 2016. Per fare una comparazione, la Gran Bretagna a Rio ha finito con 27 medaglie d’oro e 67 medaglie totali. Serve aggiungere altro?
Nell’immagine qui sotto si vede chiaramente la progressione della Gran Bretagna dopo la debacle di Atlanta 96 dove terminarono con un solo oro (le linee corrispondo alla GB mentre le aree piene alle medaglie italiane):

Ora, vero è che mettere “Italia” e “lungimirante” nella stessa frase suona un po’ come un ossimoro, ma come spesso accade, lo sport è un’altra faccia del lento ma inesorabile declino del nostro bel paese (musica triste in chiusura).
L’unica soddisfazione che ci ha regalato lo sport olimpico è stata a Pechino quando abbiamo battuto i cugini francesi, terminando noni nel medagliere con 8 ori, mentre loro sono rimasti a 7. Il risvolto della medaglia però (scusate il gioco di parole ma non ci siamo saputi trattenere) è che la Francia comunque terminò con 41 medaglie contro le sole 28 italiane. Cioè i francesi sono finiti sul podio una volta e mezza in più rispetto a noi italiani. Bello vero?
A presto su questi canali per nuove entusiasmanti “storie di lose” olimpiche.
Note:
- da notare come il calcio ed il rugby siano gli unici sport in cui il Regno Unito partecipa con le singole nazionali di Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda del Nord2. Questo deriva dal fatto che questi due antichissimi sport abbiano generato quattro diverse federazioni che sono rimaste tali fino ad oggi.
- In realtà nel rugby l’Irlanda del Nord partecipa insieme alla nazionale Irlandese (Eire). Di fatto il rugby a 15 è l’unico sport in cui, romanticamente, la nazionale Irlandese rappresenta tutta l’Isola d’Irlanda.
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Una opinione su "Statistiche inutili – Lungimiranza olimpica"