Dopo la 7a giornata di campionato e con gli sconvolgimenti in testa al FILometro – la classifica della lose di Serie A – la massima serie del calcio italiano viene messa in pausa per lasciare spazio alla nazionale.
A distanza di pochi mesi dall’Europeo ci ritroviamo a parlare di nuovo di Italia-Spagna e di nuovo di una semifinale.
Se siete interessati alle statistiche inutili che riguardano i precedenti storici tra le due squadre, vi rimandiamo all’articolo scritto prima della semifinale dell’Europeo (link). Ovviamente alle partite citate, bisogna aggiungere il pareggio con conseguente vittoria ai rigori conquistato questa estate degli azzurri: il saltello di Jorginho e le lacrime di Luis Enrique sono già storia.
Momenti bui per la lose italica.

Oggi vogliamo però più che altro parlare di questa bizzarra competizione che è la Lega delle Nazioni o Nations League per gli anglofili, giunta alla sua seconda edizione.
Volendo sintetizzare, si tratta poco più di una serie di amichevoli di lusso che per la UEFA si traducono in una scusa in più per far soldi, con spese organizzative ridotte per le nazionali partecipanti che in compenso hanno l’occasione di fare partite importanti senza dover aspettare per forza gli Europei ed i mondiali ogni 2 anni. Come scusante aggiuntiva c’è pure la qualificazione ai mondiali o europei con delle astruse regole scritte in sumero. Se poi prendiamo in conto il sistema di Lega A, B, C e D con relative retrocessioni e promozioni, la probabilità di perdere o disinteressare il pubblico è ancora di più. Vero anche è che molti sport hanno tornei simili che viaggiano in parallelo ai classici campionati mondiali ed europei che hanno cadenza quadriennale. Un esempio è la World League (che oggi si chiama anch’essa Nations League) di pallavolo giocata ogni anno.
Noi della FIL siamo combattuti e non riusciamo a decidere bene che posizione prendere. Se da una parte amiamo le amichevoli perché storicamente l’Italia ci ha sempre regalato grandi emozioni anche in partite inutili – vi dice niente Italia-Pontedera del 6 aprile 1994? Non temete ne parleremo – dall’altro le occasioni di momenti di lose importanti e perché no storici, si moltiplicano con squadre del calibro della Spagna, della Francia o del Belgio o in partite che contano un po’ più di un due di spade quando la briscola è bastoni.
Inoltre specie quando si parla di calcio, siamo degli inguaribili romantici (in realtà siamo più che altro dei reazionari conservatori che i Talebani sono dei gentiluomini a confronto) ed a primo acchito storciamo il naso davanti a qualsiasi novità. Siamo ad esempio sinceramente orripilati dal prossimo Mondiale che si giocherà in Qatar a novembre e non d’estate. Il fatto che dal 2026 il mondiale si allargherà a 48 partecipanti e cambierà il formato dei giorni introducendo mini-gironi da 3 squadre ed i sedicesimi di finale, ci provoca nausea. L’Europeo dovrebbe essere a 16 squadre e non 24 come oggi. Per noi le partite di Serie A andrebbero giocate tutte di domenica, tutte alla stessa ora, con l’unica eccezione dell’anticipo del sabato sera ed il posticipo della domenica sera per le partite più importanti.

L’idea di Ceferin di aggiungere nuove squadre e cambiare il formato dei gironi della Champions League ci provoca incubi così come la nuova Conference League che sa di Europa di Serie C. Al suo posto avremmo tanto sognato il ritorno della Coppa delle Coppe (che tra l’altro aiuterebbe a risollevare le pallosissime coppe nazionali che nessuno vuole giocare davvero e che diventano importanti solo in caso di triplete).
Ma la dicotomia che ci lacera nasce dal fatto che l’altra metà di noi ama le novità, specie se portatrici sane di lose. La catastrofica edizione della Nations League 2018-2019 che per poco non ci ha visto retrocedere in Lega B, ne è un esempio lampante. Oppure, sempre parlando di mondiali allargati, l’eventualità di perdere con nazioni del calibro di Giamaica o Myanmar ci provoca brividi di eccitazione. Si sa del resto che l’Italia dà il meglio di sé quando si gioca con nazioni minori.
A prescindere da tutto ciò, domani si gioca sul campo. Mancini proverà a continuare il suo record di partite senza sconfitta arrivato a 37 partite senza sconfitte. Luis Enrique ed i suoi hanno l’occasione per riscattare la disfatta di giugno.
Appuntamento a domani al Meazza di Milano. E che la lose ci accompagni.
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