Storie di Lose – Sliding doors e terzi incomodi

Con il Mondiale di Formula 1 che sia avvia ad un elettrizzante finale di stagione e la lotta per il titolo in bilico tra due simpaticoni come Max Verstappen e Lewis Hamilton, la nostra rubrica “Storie di Lose” ritorna nel mondo dei motori.

Quest’oggi vogliamo invece parlare di un’altra lose che ha toccato la Ferrari due anni dopo, quando i piloti della scuderia del cavallino rampante erano sempre lo stesso Massa ed il nuovo acquisto, lo spagnolo bi-campione del mondo Fernando Alonso. Sebbene meno netta, questa storia di lose ci ricorda che i momenti sliding doors nella vita come nello sport sono sempre dietro l’angolo e che a volte fanno la differenza tra un mondiale vinto ed uno perso. Tra l’altro proprio oggi 14 novembre, ricorre l’11o anniversario di questo evento storico per noi della FIL.

Un po’ di contesto storico. Il mondiale 2010 fu uno dei più combattuti ed equilibrati degli ultimi anni, con una serie di ribaltamenti di fronte lungo tutta la stagione degni di un racconto di H. P. Lovercraft e che vide ben quattro piloti in lizza per diventare campione del mondo all’ultima gara del campionato, in una lotta serrata tra la Red Bull, alla prima stagione da protagonista, la McLaren e la Ferrari. Per dire, una cosa del genere non succedeva dal 1986 con Ayrton Senna, Alain Prost, Nigel Mansell et Nelson Piquet. Vediamo un po’ meglio i dettagli di questa riedizione di 24 anni dopo.

Come in tutte le belle favole di lose, il mondiale si apre bene per Alonso e la Ferrari. Il neo-ferrarista si ritrova infatti in testa alla classifica piloti dopo i primi 3 GP. Una serie di gare belle mosce (un 6o posto a Monaco, un 8o a Istanbul e Europa ed un 14o a Silverstone) però, catapultano in testa dapprima il campione del mondo in carica Jenson Button (passato nel frattempo alla McLaren), poi l’australiano Mark Webber della Red Bull e poi ancora la McLaren di Lewis Hamilton.

A metà stagione alla vigilia del Gran Premio del Belgio, sul mitico circuito di Spa-Francorchamps, nonostante i due ottimi risultati di Alonso in Germania ed Ungheria, la classifica piloti è la seguente:

  1. Mark Webber (Red Bull): 161 pts
  2. Lewis Hamilton (McLaren): 157 pts
  3. Sebastian Vettel (Red Bull): 151 pts
  4. Jenson Button (McLaren): 147 pts
  5. Fernando Alonso (Ferrari): 141 pts

Il distacco non è incolmabile, ma il GP del Belgio segna il primo momento sliding doors della stagione del ferrarista.

Difatti non sarebbe una mitica storia di lose se nonostante il ritiro ed una serie di GP sotto tono, le cose non fossero cambiate per lo spagnolo. Difatti dopo il Belgio Alonso si incaponisce ed infila una serie di vittorie che neanche i tecnici della Ferrari capiscono come sia possibile: 1o a Monza, così come a Singapore e Corea, 3o in Giappone e Brasile.

Ecco quindi la situazione prima dell’ultimo GP della stagione 11 anni fa esatti, il 14 novembre 2010, quello di Abu Dhabi:

  1. Fernando Alonso (Ferrari): 246 pts
  2. Mark Webber (Red Bull): 238 pts
  3. Sebastian Vettel (Red Bull): 231 pts
  4. Lewis Hamilton (McLaren): 222 pts
  5. Jenson Button (McLaren): 214 pts, ormai fuori dalla corsa al mondiale

Alonso si trova in testa, in un’ottima posizione e con ottime probabilità di vincere. Difatti Alonso si laureerebbe campione del mondo se:

  • vincesse o giungesse 2o, con gli altri piazzati in qualsiasi posizione
  • terminasse 3o o 4o e Webber non vincesse.
  • terminasse 5o e né Webber che Vettel vincessero.
  • terminasse 6o con Vettel che non vince e Webber che non giunge tra i primi due.
  • terminasse 7o o 8o e contemporaneamente Vettel non vincesse e Webber non giungesse a podio.
  • terminasse 9o con Vettel che non giunge fra i primi due e Webber tra i primi quattro.
  • terminasse 10o, o peggio, e Vettel non giungesse fra i primi due e Webber tra i primi cinque e Hamilton non vincesse.

Considerando la lunga striscia positiva c’è ottimismo in casa Ferrari. E si sa, l’ottimismo è il profumo della vita. Durante le qualifiche Alonso ottiene il terzo miglior tempo dietro a Vettel ed Hamilton, ma davanti a Button ed al rivale più vicino, Mark Webber. Tutti gli occhi della squadra di Maranello sono proprio puntati sul pilota australiano della Red Bull. Infatti se Alonso riuscisse a conservare questa posizione sarebbe campione del mondo.

Ma la lose è sempre in agguato.

Quando non è la pioggia a metterci lo zampino come nel 2008 (del resto la pioggia ad Abu Dhabi sarebbe stato un evento miracoloso) è un incidente, la safety car e le strategie dei box. Tra l’altro la lose si incrocia con sua maestà Michael Schumacher, l’ex ferrarista per eccellenza che gareggia per la Mercedes alla sua prima partecipazione in F1, ed un altro italiano, Vitantonio Liuzzi della Forece India, protagonisti indiretti e loro malgrado del fallimento di Alonso.

Ma andiamo per gradi e vediamo cosa avevano in serbo per noi gli dei sempiterni della lose.

Ecco quindi il secondo momento sliding doors della stagione di Alonso. Nel corso del primo giro, alla staccata della curva 6, Michael Schumacher è autore di un testacoda. Resta in mezzo alla pista e viene centrato dalla Force India di Vitantonio Liuzzi, che gli sfiora il casco. Fortuna non c’è nessuna conseguenza per il pilota tedesco ma la pista è invasa dai detriti ed i tecnici di percorso devono ripulirla.

Il momento sliding doors del mondiale 2010

Entra logicamente in gioco la Safety Car che accompagna i piloti per ben 5 giri. Addirittura le vetture quando tornano nel luogo dell’incidente non passano sulla pista utilizzata dalla gara, ma si servono di una variante esterna. Gli strateghi di ogni scuderia quindi pensano veloce e molti ne approfittano per fare una sosta ai box anticipata e tentare di guadagnare posizioni. Tra questi strateghi ci sono anche quelli della Ferrari: Massa si ferma infatti al 13o giro ed Alonso al 15o che copiano la strategia la Red Bull ha messo in piedi per Mark Webber, dimenticandosi del giovane Vettel. È proprio qui che si decide il mondiale.

Mentre infatti Vettel vola via libero, Alonso e lo stesso Webber perdono posizioni e rimangono bloccati nel traffico. Posizioni che non riusciranno più a recuperare: commovente è il duello con Petrov della Renault che gli fa perdere giri e secondi preziosi.

Alonso taglia il traguardo al 7o posto, davanti a Mark Webber che termina 8o. La strategia sembra funzionare. Peccato che Vettel vinca la gara davanti alle due McLaren di Hamilton e Button. Cosa significa? Alonso perde il mondiale per soli 4 miseri punti. Sconsolato anche Webber che scivola al terzo posto. La classifica finale è la seguente:

  1. Sebastian Vettel (Red Bull): 256 pts
  2. Fernando Alonso (Ferrari): 252 pts
  3. Mark Webber (Red Bull): 242 pts
  4. Lewis Hamilton (McLaren): 240 pts

Cosa sarebbe successo se Alonso non avesse perso il controllo della monoposto ed avesse concluso il Gran Premio del Belgio arrivando almeno 7o e prendendo 6 punti? E ancora, cosa sarebbe accaduto se gli strateghi Ferrari avessero pensato anche a Vettel e non solo a Webber nella strategia dei box? Risposta semplice: avrebbe vinto.

Noi della FIL siamo appassionati di ucronìa e storia alternativa ed abbiamo pensato che Peter Howitt (sceneggiatore e regista del famoso film “Sliding doors” del 1998) abbia già pronta la sceneggiatura di un nuovo film. Sicuramente Alonso che avrà rivissuto quel Gran Premio almeno un migliaio di volte nelle sue notti insonni quel fatidico 14 novembre di 11 anni fa, lo possa aiutare come consulente tecnico per il film.

Ed è tutto per questo episodio di “Storie di Lose” motoristiche. A presto su questi canali, per nuove mirabolanti avventure della Scuderia del Cavallino rampante. Fortunatamente la lista di lose è lunga.


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