Come abbiamo visto nel post precedente della nostra rubrica Statistiche inutili dedicate a queste Olimpiadi, l’Italia con il suo record di medaglie si è piazzata decima nel medagliere finale, saldamente dietro Paesi Bassi, Francia e Germania che, bisogna dirlo, hanno lo stesso numero di ori (10) e meno medaglie complessive dell’Italia.

A questo punto il nostro analista di fiducia si è ingarellato (con chi non si sa) ed ha cercato in tutti i modi di trovare una diversa classifica per far cambiare posizione all’Italia. Quindi, al di là del ben noto merdagliere, dove abbiamo premiato chi è arrivato più volte ai piedi del podio, oggi ci propina i suoi astrusi e non richiesti medaglieri alternativi.
Puntagliere, ovvero il medagliere a punti
L’Italia termina decima nel medagliere pur avendo più medaglie complessive di Francia, Germania e Paesi Bassi. Questo avviene perché la convenzione ordina le nazioni per numero di ori vinti. A parità di ori si contano gli argenti e poi ancora i bronzi.
Per omogeneizzare e prendere in conto in un unico punteggio tutte le medaglie, l’idea sarebbe di assegnare invece dei punti in base alle medaglie. Vediamo come:
- 3 punti per ogni oro conquistato
- 2 punti per ogni medaglia d’argento
- 1 punto per ogni bronzo
Ecco come apparirebbe dunque la nuova top 10:

Bizzarramente la composizione della top 10 non cambierebbe, ma la Russia (o meglio R.O.C.) guadagnerebbe due posizioni, passando al terzo posto, mentre l’Italia passerebbe al settimo. Il Giappone scenderebbe dal podio e si ritroverebbe al quinto posto mentre la Gran Bretagna rimarrebbe invariata al quarto posto.
Inutile dire che vedere l’Italia ancora più in alto, provocherebbe in noi della FIL un certo capogiro. Nonostante questo enorme difetto, almeno per noi della FIL, questo puntagliere ci sarà molto utile per i ragionamenti successivi.
Popolagliere, ovvero il medagliere ponderato con la popolazione
Qui le cose iniziano a farsi davvero interessanti. Il secondo medagliere alternativo prende in conto la popolazione.
Ovviamente più un paese è popoloso, più alte sono le probabilità che si sviluppi un qualche talento sportivo. In altre parole, se sei un paese popoloso dovresti vincere più medaglie. I paesi piccoli, invece, hanno per costruzione meno probabilità di vincere. Quindi nella ponderazione una medaglia di un paese poco popoloso deve contare di più.
Ecco, dunque, il popolagliere nel quale si dividono i suddetti punti del puntagliere per la popolazione1 (popolazione indicata in migliaia di abitanti):

Qui la musica cambia parecchio ed ecco che dall’alto dei suoi 34mila abitanti, ci si ritrova con San Marino in testa! Il tutto grazie ai suoi due bronzi e un argento conquistati nel tiro e nella lotta, segno inequivocabile che il sammarinese è un po’ come il cavaliere nero, non glie devi rompe er ca****.
A seguire tante isole caraibiche, ma non solo. Troviamo anche la regione Asia-Pacific con la Nuova Zelanda e le Figi e la seconda nazione europea, la vicina Slovenia. Chiudono la Georgia e la Croazia.
Altro punto interessante è che con questo sistema le prime due squadre non hanno nemmeno vinto un oro. La terza, invece, Bermuda, ha vinto una sola medaglia, d’oro questa volta.
L’Italia si piazzerebbe invece al 34o posto, sempre davanti a Francia e Germania. Gli Stati Uniti sarebbero solo al 54o posto mentre la Cina scenderebbe addirittura al 75o. Infine, l’India si piazzerebbe impietosamente all’ultimo posto, il 93o, dall’alto delle sue sole 7 medaglie vinte.
PILagliere, ovvero il medagliere ponderato con il PIL
Si sa, però, che a vincere tante medaglie contribuisce anche il vil denaro, altrimenti dovremmo vedere l’India fissa nelle prime posizioni invece che nel fondo della classifica.
Ecco quindi che entra in gioco il Prodotto Interno Lordo (anche conosciuto come PIL o GDP in inglese) che misura la ricchezza globale prodotta dai paesi in un dato anno2. Se confrontiamo la top 10 del puntagliere con la top 10 dei paesi con il più alto PIL vediamo che ritroviamo USA e Cina esattamente nelle stesse posizioni:

L’Italia e la Gran Bretagna sarebbero le uniche a guadagnare posizioni tra classifica PIL e medagliere, mentre tutte le altre “grandi” come Giappone, Germania e Francia, sebbene presenti in entrambe le top 10, si ritrovano più in basso. Impietoso invece il confronto per l’India che da quinta potenza mondiale passa al 37o posto della classifica a punti. Stessa sorte ma meno evidente per Canada e Brasile che escono, di poco, dalla top 10 delle medaglie.
Prima conclusione: una nazione con un PIL elevato prende più medaglie. Unica eccezione: l’India.
L’idea, quindi, è di ponderare le medaglie con il PIL: più basso è il PIL e più alto sarà il peso di ogni medaglia. Nella top 10 ritroviamo alcuni stati visti nel popolagliere, anche se in ordine diverso. Fanno il loro ingresso in campo Grenada, Kirghizistan e Cuba. Italia nel baratro al 56o posto.

E però il PIL per definizione non tiene conto del benessere medio della popolazione. In questo caso ci viene in aiuto il così detto PIL pro capite3 (PPA), che è universalmente usato per stimare e comparare il benessere dei diversi popoli. Questo nuovo PILagliere dovrebbe meglio prendere in conto quindi quanto la ricchezza del paese influisce in ultima istanza sulla popolazione. In altre parole, per un paese in cui la popolazione è in media più povera, una medaglia conta di più che per un paese dove in media la popolazione è più ricca.

Incredibilmente dall’alto delle sue 88 medaglie di cui 38 d’oro, la Cina (che ha il secondo PIL al mondo ma che ha un PPA abbastanza basso, l’86o per la precisione), si piazza al primo posto, seguita da Uganda e Russia. Fanno anche capolino le altre due nazioni del cosiddetto BRIC, e cioè India e Brasile, insieme ad altre nazioni dell’ex blocco sovietico (Ucraina, Uzbekistan e di nuovo Cuba), così come altre africane come Kenya ed Etiopia.
Nessuna nazione “occidentale” nella top 10.
L’Italia si attesta in 24o posizione, sopra la Francia (31o) e Germania (32o) mentre gli Stati Uniti finiscono al 14o posto.
Ecco, questo PILagliere basato sul PPA ci piace parecchio perché livella le differenze e mette in evidenza gli sforzi e le difficoltà per paesi poveri di far emergere gli atleti.
Bonus: atletagliere, ovvero il rapporto tra atleti e medaglie vinte
Per finire, come suggerito da un iscritto alla FIL, un altro dei medaglieri alternativi che si potrebbe considerare è quello che prende in conto il rapporto tra atleti che hanno partecipato per una data nazione e le medaglie vinte. L’atletagliere è espresso in percentuale di conversione medaglie/atleti.

La composizione sembra un mix tra i già visti popolagliere e PILagliere. San Marino sempre in testa con ben il 60% di riuscita. Fanno capolino le Filippine, Qatar e Kosovo che con pochi atleti riescono ad aggiudicarsi delle belle medaglie. Tra le big, nella top 10 ritroviamo solo la Cina con ben il 19.6% di conversione.
L’Italia si attesta solo al 39o posto con il 9.3% degli atleti che sono andati a medaglia. Stati Uniti al 29o, R.O.C. al 20o e Gran Bretagna al 14o fanno meglio di noi. La Francia al 54o. Per finire, i padroni di casa del Giappone che schieravano ben 632 atleti (il numero più alto di questa olimpiade dopo agli Stati Uniti), si attestano al 41o posto.
Da notare però che questo medagliere alternativo è leggermente falsato, soprattutto a causa degli sport di squadra. Qui consideriamo le medaglie e gli atleti: la medaglia d’oro dell’Italia nella staffetta 4×100 è una mentre gli atleti sono 4, quindi conterà un quarto del suo valore. Stessa cosa, per il basket, il calcio ecc. Comunque la riteniamo una statistica (inutile) molto molto interessante.
La scoperta dell’acqua calda
Per concludere: per vincere tante medaglie ci vogliono tanti atleti, una popolazione elevata ma soprattutto investimenti e benessere diffuso. O in alternativa una bella dittatura come in Cina. Non si dovrebbe prescindere da queste considerazioni quando si guardano le medaglie vinte.
Conclusione forse banale (altrimenti che statistiche inutili sarebbero?), ma i dati mostrano questo e non guardano in faccia a nessuno. Ci piacciono proprio perché sono freddi ed impietosi.
A condire il tutto ovviamente ci vuole pure una buona dose di fortuna e quel guizzo di determinazione in più che fa la differenza tra un oro e un argento.
Per tutto il resto c’è il merdagliere della FIL.
Appuntamento fra qualche mese quindi per le Olimpiadi invernali di Beijing 2022 e poi Parigi 2024.
Noi ci saremo. E voi?
Note:
- Censimento del 2019
- Il PIL usato per i nostri calcoli è quello stimato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per il 2019, quindi in epoca pre-Covid.
- Come prima, il PPA è sempre basato sulla stima del FMI nel 2019.
Fonti:
https://worldpopulationreview.com/countries/countries-by-gdp
https://olympics.com/tokyo-2020/olympic-games/en/results/all-sports/medal-standings.htm
https://www.eurosport.it/olimpiadi/atleti/paese/all
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